L'ultima scommessa di Billy Phelan by William Kennedy

L'ultima scommessa di Billy Phelan by William Kennedy

autore:William Kennedy [Kennedy, William]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minimum Fax
pubblicato: 2021-02-14T23:00:00+00:00


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Billy non odiava Colonie Street indiscriminatamente, perché questo avrebbe significato odiare sua madre, i suoi migliori amici, Toddy Dunn per cominciare, persino i suoi antenati. Avrebbe significato odiare la città che gli irlandesi avevano fatto propria da punti strategici di vie come la Colonie. Quella era la via dove era nato e dove era vissuto fino all’adolescenza, quando era andato a vivere da solo. Era la via che sua sorella Peg aveva lasciato insieme alla madre quando Peg aveva sposato George Quinn, andando ad abitare in una casa più grande e più nuova nel North End.

Billy disse al tassista di lasciarlo all’incrocio con la North Pearl, quindi s’incamminò sulla salita che portava da Patsy McCall. Passò davanti alla vecchia casa dei Burns, dove il vecchio Joe Burns sedeva sempre alla finestra, dieci anni almeno passati alla finestra. Il vecchio Joe viveva con suo figlio Kid, per anni sagrestano della St. Joseph’s Church, finché padre Mooney non lo avviò alla scuola per impresari di pompe funebri. E accanto a loro i Dillon: Floyd, controllore della Central, che fece accomodare Billy, Peg e la madre in una carrozza di lusso, anche se avevano solo un biglietto di seconda classe, quando andarono a New York a vedere per la prima volta l’oceano. Dall’altro lato della via c’era il lotto vuoto su cui un tempo si ergeva la Brothers School, e accanto casa Daugherty, sparita, e poi l’altra casa: la casa che adesso Billy non guardò direttamente ma che custodiva sempre nei suoi ricordi e che odiava, sul serio la odiava, come gran parte di quella vecchia via.

Ed era una vecchia via già da quando Billy ci era nato. Correva verso ovest lungo le basse sponde del bacino, quel porto riparato che costituiva l’imboccatura dell’Erie Canal, e saliva sul più settentrionale dei tre erti colli sui quali è costruita Albany: Arbor Hill. Saliva per mezzo miglio, attraversava Ten Broeck, la via dove i baroni del legname avevano costruito le loro brownstone, e salendo ancora proseguiva per un altro mezzo miglio verso ovest, quasi fino a sbattere contro il Dudley Observatory, dove gli uomini di scienza della città catalogavano le stelle (8241 misurate e registrate per l’International Catalogue, stando al 1883) dalla cima di quella stessa collina su cui Mike Mulvaney portava al pascolo, e ogni giorno contava, una ventina di capre.

La via prendeva il nome proprio da The Colonie, l’esteso territorio colonizzato nel 1630 da un mercante di perle di Amsterdam di nome Kiliaen van Rensselaer, noto anche come il primo Patroon, il latifondista di stampo medievale che comprò da cinque tribù di indiani circa settecentomila acri di terra, un’area, lunga ventiquattro miglia e larga quarantotto, dalla quale i successivi signori yankee avrebbero alla fine espropriato appena settemila acri per costruire la città di Albany.

Ognuno dei discendenti di Van Rensselaer che nei due secoli successivi assunsero il mantello feudale avrebbe esercitato un potere dispotico sulle migliaia di fittavoli dell’enorme proprietà chiamata dapprima Rensselaerswyck e poi The Colonie. Ogni Patroon si sarebbe insediato nella Manor



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